Circa 25 anni fa scrissi un articolo dallo stesso titolo sulla rivista mensile Samurai Bushido, diretto da quella grande enciclopedia vivente che è Giacomo Spartaco Bertoletti (e da Natasha che lo sopporta… pardon: supporta J). Samurai è tutt’ora puntualmente in edicola al 10 di ogni mese sin dal 1976: complimenti!
Rileggendo ora quell’articolo mi rendo conto di quanto fosse freddo e impersonale.
Ho fatto il liceo, e sono stato iscritto all’università (senza laurea), ma non parlo e non so scrivere in universitese (come tentai di fare allora), preferisco un linguaggio più familiare, quello che ogni giorno uso con gli allievi. Non mi piace parlare alla mente, preferisco il cuore. E il mio primo obiettivo, ancora più dei contenuti, è quello di farmi capire. Aggiungendo ogni tanto un po’ di colore all’informazione in modo che possa passare anche la motivazione.
Ripropongo quell’articolo di allora riveduto, corretto e ristretto.
Il nostro modo di pensare ci rende soggetti, più o meno dotati di capacità decisionale, nel “gioco” del combattimento. Il pensiero è inafferrabile, libero, e può sfuggire a qualsiasi comprensione. In combattimento l’organizzazione del pensiero è velocissima: esso caratterizza la nostra personalità.
Miyamoto Musashi (1584-1645) nel suo testamento spirituale Go rin no sho (Il libro di cinque anelli) paragona il pensiero al fuoco: “Un fuoco può essere piccolo o grande, ma la sua caratteristica è di mutare improvvisamente e drasticamente… Considera quanto sia difficile prevedere le intenzioni di un individuo, dato che il suo pensiero può mutare molto velocemente”.
La tattica è la materializzazione del nostro pensiero, che dal bilancio dei tentativi corretti e dagli errori commessi può ricavare una strategia decisionale vincente. Allenare la tattica è funzionale alla capacità decisionale, perché significa analizzare, interpretare e, appunto, decidere, permettendoci di combattere in un modo diverso dall’impulso momentaneo.
La capacità decisionale è uno degli obiettivi più significativi che ogni insegnante di karate-educazione dovrebbe perseguire nei suoi programmi: essa agisce in positivo su autonomia, autostima e personalità.
Fortunatamente non si può accedere subito all’allenamento tattico: bisogna prima innamorarsi del karate. Essere disposti a subire una bella dose di fondamentali, automatizzando i colpi necessari a navigare nel mare delle soluzioni tattiche, per essere di conseguenza liberi di imparare a decidere.
Miyamoto Musashi sottolinea la fondamentale importanza della tattica in combattimento: “Gli argomenti che riguardano la vittoria e la sconfitta trovano posto sotto il titolo Fuoco… La tattica della vittoria in combattimento è contenuta nel Libro del Fuoco”.
Sintetizzo qui di seguito alcuni consigli che il Mº Musashi ci tramanda nel suo testo. Anche se si riferisce al combattimento con le spada per la vita, i concetti che esprime sono universali e si possono adattare a ogni arte marziale e sport.
Ma attenzione! Come dice il famoso Samurai: “ciò che è scritto è solo un’idea, che viene afferrata solo con l’esperienza”.
– allenandoti con costanza nel combattimento avrai capacità di intuizione e giudizio immediato sulla forza di un attacco
– comprendi che non puoi avvantaggiarti dai dettagli tecnici quando combatti per la vittoria
– anche praticando da solo gli aspetti mentali puoi comprendere la strategia per vincere
– se cercherai di essere il migliore al mondo nel comprendere, se ti dedicherai giorno e notte perfezionandoti sempre di più, ti sentirai trascinare al di là di te stesso verso la libertà, e realizzerai una straordinaria capacità. Realizzerai i “poteri”
– fai muovere l’avversario in un posto disagevole e fallo indietreggiare per impedirgli di valutare la situazione
– ci sono 3 metodi per prendere l’iniziativa: attacco diretto, attacco indiretto (che sfrutta l’apertura dovuta all’attacco avversario), attacco contemporaneo
– ciò che è scritto è solo un’idea, che viene afferrata solo con l’esperienza
– il principio di essere aggressivi e di prendere l’iniziativa psicologica è fondamentale per la vittoria
– scopri l’entità dell’avversario, intuisci le sue doti, valuta il suo tempo e il suo ritmo, e prendi l’iniziativa in accordo con esso
– tieni d’occhio i momenti di crisi dell’avversario, agendo con forza nel tempo di un respiro, capisci come si batte un avversario con un gesto istintivo
– diventa il nemico: assumi il suo punto di vista, non perderti a pensare che hai davanti un maestro della Via, in questo caso, certamente verrai sconfitto
– quando non riesci a capire le intenzioni dell’avversario fai una finta col gesto di colpire, egli rivelerà le sue intenzioni e tu potrai elaborare un’adeguata risposta per guadagnare la vittoria
– quando siamo di fronte a qualcosa di sconosciuto, spesso sopravviene la paura: col corpo, col la tecnica, con un grido, sfrutta il suo timore per vincerlo
– togli ogni sentimento di certezza alternando varie tattiche: cambiare idea e modo di fare è uno dei segreti del combattimento
– quando sei a un punto morto, cambia lo spirito senza attendere che cambi la situazione e vinci con una tecnica nuova
– combatti e vinci… null’altro… senza mai dubitare della vittoria
(sintetizzato da Go Rin No Sho, consiglio l’edizione commentata dal Mº Cesare Barioli)
Carlo Pedrazzini