kumite

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Abbiamo trovato un grande Maestro

Mi dispiace quando nelle palestre il maestro insegna solo kumité. Non si apprezza e si perde la grande bellezza e l’enorme patrimonio culturale che l’approfondito esercizio dei kata fornisce ai praticanti. Le applicazioni inducono a sfociare in altre discipline marziali, col risultato di ampliare gli orizzonti e la mente. Ad esempio la pratica parallela di Judo e Aikido da parte

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Ancora K+K

Ritengo opportuno approfondire alcuni aspetti riguardanti i fondamentali di kumitè, che in Italia iniziarono a essere introdotti dalla metà degli anni ‘70 in poi. Fu un periodo di grandi cambiamenti, in cui la fantasia dei karateka occidentali iniziò a sperimentare e affinare nuove tecniche, metodologie e strategie di combattimento, scavalcando il pragmatismo giapponese. Tali tecniche e combinazioni dovevano essere poi

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Fattore K+K

Un corso di karate non parte dal combattimento, tantomeno dalle forme: parte dai kihon (fondamentali). Nella prospettiva karate-educazione i fondamentali si dividono in due categorie distinte: una dedicata al kata (kihon-kata), l’altra al kumitè (kihon-kumitè), in modo da creare automatismi differenti a seconda della specialità, iniziando da subito a impartire insegnamenti diversi in relazione ai valori peculiari che esprimono le

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Fratelli gemelli

In un’intervista passata su Yoi, il Mº Shirai sottolinea che, ai tempi della propria formazione, solo lui stesso, insieme a pochi altri sempai, aveva partecipato e vinto sia nel kumitè che nel kata ai campionati nazionali giapponesi. Sono stato per una ventina d’anni allievo del m° Shirai, poi la vita mi ha portato altrove, ma insieme a molto altro ho

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